di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
A prima vista, così bella e tranquilla, incastonata fra boscosi pendii alpini, magari non sembrerebbe. Ma Idrija è una cittadina dove si sono scritte delle storie preziose e affascinanti, anche grazie alla sua eredità di importantissimo centro minerario. Ad esempio, qui è nata una donna la cui emozionante e travagliata vita è strettamente intrecciata con uno degli episodi più importanti della storia slovena.
Si tratta di Eva Lucia Cecilia Victoria Kraus, nata a Idrija il 15 dicembre 1785 dalla bella e colta Rosalia Schlibar e dall’ufficiale Jože Kraus. Crescendo, la bambina divenne una splendida ragazza, famosa per i suoi capelli dorati, e il suo padre adottivo Filip Mainoni la portò con sé a Vienna. E, in particolare, a quel Castello di Schönbrunn che fu il quartier generale di Napoleone Bonaparte durante l’occupazione francese di Vienna, fra il 1805 e il 1809.
Napoleone dovette rimanere profondamente colpito da Eva Lucia Cecilia Victoria, e viceversa. Tanto che dopo quel primo incontro non si separarono per molto tempo, e la ragazza lo accompagnò nelle campagne militari che il generale francese condusse attraverso l’Europa. Emilija, il nome che la ragazza usava per semplicità, aveva un fisico snello che le permetteva di indossare facilmente abiti maschili, e riuscì a ritagliarsi una posizione molto prossima a Bonaparte durante le campagne, tanto da diventare suo aiutante di campo.
Per dare un’idea dell’importanza del posto affidato a Eva Lucia Cecilia Victoria (alias Emilija), basti pensare che nel mondo militare l’aiutante di campo è un ufficiale assistente, incaricato di seguirne uno di rango superiore per far rispettare i suoi ordini. Fra i due nacque una passione che divenne evidente a chiunque li guardasse, soprattutto quando Napoleone rimase ferito a una gamba durante una battaglia vicino a Ratisbona e lei si occupò di curarlo. Lui commissionò anche un ritratto a dimensioni naturali di Emilija, raffigurata come Venere.
Tuttavia, i due non poterono formalizzare il loro amore. Forse proprio per questo, dopo una rovinosa battaglia, Emilija ricevette in dono un anello dopo con l’iscrizione “Questa risposta lenisce, ma non è sufficiente”. E soprattutto, Bonaparte volle assicurare il suo avvenire conferendole il titolo nobiliare di Baronessa Wolfsberg e una cospicua rendita. Poco dopo, tuttavia, arrivarono la disfatta di Waterloo nel 1815 e l’esilio sull’isola di Sant’Elena, e i due non si rividero mai più.
Purtroppo non fu questa l’unica sventura nella vita di Emilija. Tutti i documenti relativi al suo titolo nobiliare e alla sua rendita erano stati consegnati al suo genitore adottivo, Filip Mainoni (lo stesso che le aveva fatto incontrare Bonaparte), ma andarono persi negli ultimi giorni di vita dell’uomo. Economicamente rovinato, pare infatti che Mainoni abbia trascorso gli ultimi giorni della sua vita bruciando tutti i documenti, compresi quelli riguardanti la rendita di Emilija, per poi suicidarsi. La donna si trovò così all’improvviso senza rendita né altre entrate sufficienti, e morì subissata dai debiti nell’aprile del 1845.
Napoleone Bonaparte è un personaggio storico ricordato molto positivamente in tutta la Slovenia. Ciò si deve alle Province illiriche da lui fondate nel 1809 e che durarono sino al 1814. Questo insieme di province, nel complesso istituite come una provincia autonoma del Primo impero francese, comprendevano le attuali, Slovenia e Croazia, il territorio di Gorizia e parti dell’Austria, e la loro capitale era Lubiana.
Prima di soccombere di nuovo all’impero austriaco, le Province illiriche portarono dei cambiamenti a livello istituzionale, normativo e anche sociale di tale rilevanza che è proprio a essi che molti attribuiscono i sentimenti che poi condussero alle Rivoluzione del 1848 nell’impero austriaco, ossia le rivolte popolari animate dalle correnti nazionaliste di varie popolazioni, tra cui anche gli sloveni, appunto.
Durante l’esistenza delle Province illiriche, i tribunali terrieri adottarono il Codice napoleonico, e le istituzioni feudatarie furono rimpiazzate da altre di impianto repubblicano. Vennero aboliti i titoli nobiliari, e furono sancite l’uguaglianza di tutti dinanzi alla legge e la separazione fra Stato e Chiesa. Soprattutto però, la lingua slovena fu riconosciuta come lingua ufficiale, e dotata di parità con il francese e il tedesco, una novità a dir poco significativa, che diede il via a un grande ampliamento della scuola in lingua slovena, anche alle superiori.
In altre parole, dopo aver scoperto l’avvincente storia di Eva Lucia Cecilia Victoria, un piatto di žlikrofi (i deliziosi ravioli originari proprio di Idrija e noti soprattutto per la loro celebre forma a cappello napoleonico) ha tutto un altro sapore.
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