di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
La nostra infanzia è popolata di topolini, simpatici sorcetti, roditori saggi che magari devono affrontare gatti famelici o donnole astute. In Europa non c’è paese che non abbia un bel po’ di favole dedicate proprio a questi piccoli mammiferi, e basta sintonizzarsi su un qualunque canale televisivo per piccini o libro di fumetti, per imbattersi in eroi con grandi orecchie, baffi e lunghe code.
E anche Lubiana vanta un celebre roditore: forse non ispira reverenza come il drago che, secondo la leggenda, viveva nella vicina Barje e che fu sconfitto dal greco Giasone. Però il ratto Friderik è l’eroe dei bambini lubianesi, grazie alla sua simpatia e al suo profilo inconfondibile. È il simpatico inquilino (e la mascotte) del Castello di Lubiana, simbolo della capitale che domina dall’alto dell’inconfondibile colle.
È un grande affabulatore, bravissimo a raccontare storie, leggende e aneddoti curiosi sul maniero secolare. Ad esempio su alcuni personaggi famosi che vi furono imprigionati, chi per aver sfidato il potere, chi per il proprio impegno politico. In effetti il luogo migliore in cui trovare Friderik è proprio il penitenziario del Castello, dove passò qualche tempo il celebre Erasmo di Predjama, anche noto come Erasmo Jamski, ossia “della Grotta”.
Un personaggio leggendario, in Slovenia, tuttora ricordato per la sua sfrontatezza e abilità nell’eludere la cattura per lungo tempo. Nel XV secolo questo nobiluomo si mise a compiere scorribande e malefatte, e ignorò completamente i vari avvertimenti delle autorità. Tanto che alla fine l’imperatore, stufo di tanta protervia, diede ordine di arrestarlo. I soldati andarono a prenderlo al famoso Castello di Predjama, la sua dimora, ma lui riuscì a eludere la cattura e resistette all’assedio per oltre un anno.
Ad aiutarlo fu proprio l’enorme grotta dietro al Castello di Predjama, scavata nella stessa parete di roccia dalla quale spunta il maniero. Attraverso la grotta e un passaggio segreto Erasmo poteva arrivare al bosco eludendo l’assedio, e continuare a rifornirsi di tutto il necessario. Alla fine però fu sconfitto, preso e portato a Lubiana, dove venne incarcerato nel Castello.
E dove, come Friderik non mancherà di raccontare ai giovani viaggiatori, divenne buon amico del simpatico ratto, che lo considerava una compagnia divertente grazie a tutte le storie e le imprese che narrava. Un altro personaggio che venne messo dietro le sbarre delle prigioni del grad fu Ivan Cankar, figura importantissima del panorama storico e culturale sloveno.
Il celebre poeta e scrittore nacque nel 1876 nel paesino di Vrhnika, non lontano da Lubiana. Fu l’ottavo di dodici figli e la sua giovinezza fu molto dura: la sua famiglia non era benestante e tra l’altro il padre abbandonò la madre per trasferirsi in Bosnia quando lui era giovane, cosa che non migliorò la sua situazione economica. Era uno studente incredibilmente dotato, e a ventitré anni pubblicò una raccolta di poesie intitolata Erotika che destò tanto scalpore da spingere il vescovo di Lubiana ad acquistarne tutte le copie disponibili per farne un falò.
Ciò non riuscì a scoraggiarlo, anzi. Cankar continuò a scrivere, anche se preferì dedicarsi sempre meno alla poesia e più alla scrittura di opere in prosa e drammi. Entrò a far parte del Partito socialdemocratico jugoslavo, e allo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1914, espresse solidarietà alla Serbia. Ciò gli valse l’arresto, e per un po’ fu tenuto al fresco nelle carceri del Castello di Lubiana. La sua è una delle storie che Friderik racconta più volentieri ai viaggiatori giovani e curiosi.
Chiunque abbia figli sa che non è facile far apprezzare ai più piccoli castelli, musei e monumenti. Personaggi come Friderik il ratto aiutano ad “addolcire la pillola”, rendendo ai bambini più accessibile e accattivante la storia di luoghi e fatti. Ecco perché, quando questo autunno porterete la vostra famiglia a Lubiana, fate un salto al Castello, e ricordatevi di far conoscere Friderik il ratto ai vostri figli.
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