di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
A volte l’apparente semplicità cela grandi storie. A volte dietro al silenzio e alla quiete si nascondono interi patrimoni storici e culturali da scoprire. E a volte i luoghi un po’ fuori dalle principali rotte turistiche si rivelano sorprendenti e di grande fascino.
È il caso di Jesenice, cittadina di circa 22mila anime nel nord della Slovenia, ai piedi delle Caravanche, quasi al confine con l’Austria. Che, grazie alla sua posizione strategica fra Europa centrale e Balcani, e al sottosuolo ricco di giacimenti di ferro, è stata ed è un polo importantissimo dell’industria siderurgica slovena.
Jesenice è una meta ideale per gli appassionati di storia e di archeologia industriale, ma anche per chi ama concedersi lunghe passeggiate nella natura. A meno di mezz’ora dalla magnifica località montana di Kranjska gora (El Dorado degli sciatori e degli amanti delle vacanze sulla neve) e a quindici chilometri dalla fantastica Bled, questa cittadina rapisce il cuore di chi la visita.
Camminando per le sue strade, circondati dai pendii boscosi delle maestose Caravanche, fra i palazzi nobiliari e i vecchi edifici dell’industria mineraria e siderurgica, che oggi ospitano musei, istituti e scuole, ci si accorge presto di trovarsi in un luogo profondamente segnato dal lavoro, dal rapporto stretto — e non sempre facile — con la natura, dalla resilienza e dalla determinazione.
Inoltre non molti lo sanno, ma Jesenice ha un legame molto profondo con l’Italia. Nel 1538, infatti, la famiglia Bucelleni si trasferì a Stara Sava, l’area che oggi costituisce il nucleo più antico della città di Jesenice, raccolta alla confluenza del fiume Sava Dolinka e del torrente Ukova. E da lì la famiglia italiana cominciò un’avventura imprenditoriale che per molto tempo fu di grande successo: nei pressi di Stara Sava i Bucelleni costruirono un grande palazzo e una fonderia. Ma presto si espansero acquisendo o creando impianti siderurgici e miniere in tutta l’alta valle del Sava.
Il loro successo fu tale che conquistarono il titolo di baroni, e poi di conti verso la fine del XVII secolo. Ma per allora la dinastia aveva cominciato un lento declino, e ben presto fu sostituita da quella del mercante belga Valentin Ruard e dai suoi discendenti. Oggi il palazzo che appartenne prima ai Bucelleni e poi ai Ruard è un museo sulla storia dell’industria siderurgica di Jesenice, che espone oggetti originali utilizzati nell’antica fonderia, e una collezione di fossili e rocce delle Caravanche occidentali.
La visita attraverso la storia della città continua con la Kasarna, il palazzo che oggi ospita il Conservatorio di Jesenice, ma dove si può anche vedere la ricostruzione dell’appartamento di un lavoratore dell’industria siderurgica negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, e immaginare la vita quotidiana dell’epoca. Da non perdere anche la Chiesa dell’Assunzione, costruita dai Bucelleni all’inizio del XVII secolo e molto nota in Slovenia per il suo altare di marmo nero.
Infine c’è il Plavž, l’altoforno progettato nel XVI secolo, il cuore della ferreria. Abbandonato per costruire un’acciaieria moderna, l’edificio è stato recuperato e sottoposto a vari interventi di conservazione, diventando in un museo a cielo aperto sulla lavorazione del ferro.
E come spesso accade in Slovenia, allontanandosi di poco dalla città si possono fare lunghe passeggiate immergendosi in una natura bellissima. Come i pendii dei pascoli delle Caravanche, fra i paesini di Plavški Rovt, Prihodi, Planina pod Golico e Javorniški Rovt, che a maggio sono ricoperti dal bianco profumato delle giunchiglie in fiore.
O come il Zois’ Park, con i suoi boschi di abete rosso, un lago verde smeraldo, il giardino botanico di Karl Zois, e un sentiero didattico sull’evoluzione della vita in questo angolo di Slovenia, con fossili di piante e animali vissuti milioni di anni fa. Senza dimenticare la Golica, una delle montagne più note delle Caravanche, celebre per le splendide fioriture di giunchiglie e altri fiori di montagna durante la primavera. Esistono sentieri di vari livelli e difficoltà per risalire i suoi 1.835 metri, e da Planina pod Golico basta una camminata di un’ora per raggiungere il rifugio a 1.582 metri.
I montanari più esperti possono optare per il monte Vajnež, nelle Caravanche occidentali, con 2.104 metri d’altezza. Anche in questo caso i sentieri sono vari, ma il più noto inizia a Javorniški Rovt e richiede circa 3 ore di cammino per raggiungere la cima. Spettacolare anche il ponte naturale dell’altipiano di Mežakla, proprio verso il confine con il Parco nazionale del Triglav, lungo una quindicina di metri e alto 8.
Certo, Jesenice può essere una meta meno rinomata e conosciuta di altre nella bella Slovenia. Ma con la sua attitudine al lavoro e alla concretezza, e la volontà di ricordare e valorizzare il suo legame antico con la terra e le sue ricchezze, è sobria ma sorprendente, semplice e ricca al tempo stesso. Ed è immersa in paesaggi di grande bellezza.
Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.
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