di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
C’è un monumento nazionale, in Slovenia, che non è granché facile vedere da vicino, ma che tutti conoscono. È la Torre Aljaž, che dal 1895 si erge sulla cima del monte-simbolo della Slovenia: il Triglav, noto come Tricorno in italiano, la montagna più alta di tutte le Alpi Giulie. Certo, non è semplice raggiungerla dato che si trova a 2864 metri di altezza, ma ciò non le impedisce di essere il monumento più noto in Slovenia, e anche uno dei più fotografati.
Nella sua storia la Torre Aljaž ha cambiato colore ben tre volte: durante la Grande Guerra fu dipinta con i colori della bandiera italiana, durante l’appartenenza della Slovenia alla Jugoslavia fu verniciata di rosso, e con l’indipendenza del paese, nel 1991, tornò al colore naturale del metallo. D’altra parte il Triglav è sempre stato un monte-simbolo, da molto prima che la Slovenia diventasse una nazione indipendente. Ed è proprio per questo che la torre fu progettata e posta proprio sulla sua cima.
L’idea venne al sacerdote, compositore e soprattutto alpinista Jakob Aljaž, che non solo progettò la torre, ma nel 1895 acquistò la cima del Triglav dall’impero austro-ungarico in modo da potercela installare. L’obiettivo di Aljaž era fissare la montagna come simbolo dell’identità nazionale slovena, e affidò la costruzione dei vari elementi al lamierista Anton Belec. Dopodiché lo stesso Belec insieme ad altri quattro uomini, si occuparono di scalare il Triglav portando i materiali sulla cima e assemblandoli sul posto, a ben 2864 metri di altezza.
Bisogna dire che Aljaž riuscì nel suo intento, tanto che la torre fu il fulcro della cerimonia principale dei festeggiamenti per la proclamazione dell’indipendenza slovena, nel 1991. Un gruppo di scalatori risalì la montagna, ancora innevata, per issare la bandiera slovena sulla sommità della Torre Aljaž, e ufficializzare finalmente il Triglav come simbolo del paese: non a caso è raffigurato nel vessillo, e anche nelle monete da 50 centesimi di euro.
Scalare il Triglav non è certo facile, ma in Slovenia siamo soliti dire che ogni abitante, per dirsi veramente sloveno, dovrebbe farlo almeno una volta nella vita. Di sicuro il Triglav è fra le montagne europee preferite dagli alpinisti, e infatti la Torre Aljaž appare nelle fotografie di amanti della montagna di ogni angolo d’Europa, e anche del resto del mondo. Le sue pareti scoscese non sono affatto adatte ai principianti né alle improvvisazioni, anzi, bisogna essere alpinisti esperti per affrontare la risalita.
In ogni caso, l’opzione migliore è sempre quella di affidarsi alle guide del posto, che conoscono bene la montagna e possono consigliare la via più adatta per affrontarla, in base alla preparazione del gruppo ma anche alla stagione. In estate e inizio autunno, ad esempio, l’ascesa lungo la parete nord (anche nota come “la via slovena”) è la più adatta. Per intraprenderla si può partire dalla bella cittadina di Kranj, dopodiché il versante nord del Triglav si raggiunge attraverso la valle glaciale Vrata, e poi si risale una parete rocciosa alta 700 metri, che solo gli alpinisti molto esperti, allenati e ben equipaggiati possono affrontare.
Si può partire anche dalle valli Kot e Krma, dalla Valle di Trenta, dal lago di Bohinj e dallo splendido altopiano di Pokljuka. La via più facile, che però è anche la più lunga, è quella che attraversa per 7 chilometri la valle di Krma. Una volta arrivati in cima, è bello sapere che la torretta di metallo sormontata dalla bandiera della Slovenia è più di un parafulmine o di un semplice ornamento, ma un vero e proprio monumento nazionale. Scalare il monte Triglav e toccare la Torre Aljaž è, in un certo senso, un modo per conoscere la cultura slovena nel profondo, in uno dei suoi simboli più forti e importanti.
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