Zgodbe iz Slovenije

Il fronte isontino e i suoi protagonisti

24.03.2023
Fonte: https://www.kobariski-muzej.si/it

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

Al fronte isontino, che durante la Prima guerra mondiale vide scontrarsi l’esercito italiano contro quello austroungarico e tedesco, parteciparono vari uomini che passarono alla storia. Intendiamoci, tutte le centinaia di migliaia di uomini che furono dispiegati su quel fronte, come su ogni fronte della Grande Guerra, passarono alla storia. Però non conosciamo il nome e cognome di ognuno di loro, né sappiamo di tutti come continuò la vita dopo la guerra, se ne uscirono vivi.

Di alcuni personaggi, invece, sappiamo molto, anche se non tutti passarono alla storia per il servizio che prestarono sul campo di battaglia. Come il premio Nobel per la letteratura Ernest Hemingway, che nel 1918 trascorse un periodo sul fronte orientale, in particolare nei dintorni di Gorizia. O come l’ingegnere romano Felice Trojani, che dopo la disfatta di Caporetto fu catturato e tenuto per molti mesi in un campo di prigionia tedesco, ma è ricordato per essere tra i sopravvissuti della seconda missione (finita tragicamente) di Umberto Nobile al Polo Nord.

Fonte: Wikipedia, foto di pubblico dominio

O ancora come Giuseppe Ungaretti, uno dei più grandi poeti della storia italiana, che dedicò numerose poesie agli orrori della Grande Guerra, durante la quale fu dispiegato anche sul Carso. Non a caso, una raccolta di sue poesie di quel periodo fu preparata da un ufficiale suo amico, Ettore Serra, e stampata allo Stabilimento tipografico di Udine.

Naturalmente però, il ricordo di molti di questi individui passati alla storia è legato proprio al loro ruolo durante la guerra. Ciò è vero per Francesco Baracca, ad esempio, l’asso dell’aviazione italiana. Gli sono stati attributi ben trentaquattro abbattimenti di aerei nemici, un primato. Baracca divenne una leggenda, tanto che quando morì (in circostanze mai del tutto chiarite) si temette persino che la notizia potesse abbattere l’umore delle truppe. Le sue gesta ispirarono anche Enzo Ferrari, il fondatore della mitica Scuderia Ferrari.

Fonte: Wikipedia, foto di pubblico dominio

Ed è vero per Erwin Rommel, che prima di diventare feldmaresciallo del Terzo Reich e una delle menti militari più fini della Seconda guerra mondiale, diede prova delle sue capacità durante la Grande Guerra, e in particolare sul fronte isontino, appunto. Qui iniziò a mettere in atto la strategia dell’infiltrazione di cui divenne un esperto, avanzando rapidamente e attaccando il nemico alle spalle. E, durante la Battaglia di Caporetto, gli bastarono quattro giorni alla guida del battaglione del Württemberg dell’Alpenkorps per arrecare danni spaventosi alle forze italiane.

E anche per il tedesco Otto von Below fu il fronte isontino a segnare l’entrata nella storia. Aveva già sessant’anni quando, al comando delle divisioni tedesche e austroungariche unite nella 14ª Armata, realizzò il suo più grande successo militare, contribuendo in maniera determinante alla sconfitta degli italiani nella Battaglia di Caporetto. L’impresa non passò inosservata al comando supremo, che lo schierò contro le forze britanniche durante l’offensiva di primavera, anche se il risultato non fu altrettanto sbalorditivo.

Fonte: Wikipedia, foto di pubblico dominio

Ma sebbene i libri di storia entrino nei particolari delle vicissitudini e dell’operato solo di pochi individui, tutti noi sappiamo che ogni evento storico ha segnato, più o meno fortemente, la vita di migliaia, talvolta persino milioni di persone. A cominciare, in un evento come la Grande Guerra, da tutti coloro che dovettero prendere parte ai terribili combattimenti. Ed è proprio ai soldati, in particolare a quelli del fronte isontino e alle loro storie, che è dedicata l’esposizione del Museo di Caporetto.

Qui, grazie a numerosissimi reperti e moltissime fotografie, si può scoprire ogni aspetto del fronte isontino: dalla guerra in alta quota alle retrovie, dall’estenuante guerra di posizione nelle trincee interrotta da battaglie devastanti, all’approfondimento dello scontro finale, noto appunto come Battaglia di Caporetto. Visitando questo museo si conosce un capitolo della Grande Guerra attraverso una mostra tutta dedicata all’essere umano e all’importanza della pace, e che negli anni ha ricevuto numerosi premi. Ecco perché un viaggio verso Caporetto e il suo museo è sempre un’ottima idea.

Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè di contenuti terzi.

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