di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
Così vicina e facile da raggiungere dall’Italia, Kobarid è una cittadina bella e ricca di storia, circondata da paesaggi alpini di grande fascino, la porta d’accesso a una delle valli più incantevoli della Slovenia, la Valle dell’Isonzo. Ecco perché è una destinazione di viaggio davvero ideale, per queste Feste e per qualunque periodo dell’anno; ed ecco perché, con la sua bellezza e il suo patrimonio di cultura e storia, di natura e memoria, riesce a conquistare il cuore di chiunque la visiti.
D’altra parte la ragione principale del successo di Kobarid (nota in italiano come Caporetto) è assai nota ormai: si tratta del Museo di Caporetto, il Kobariski Muzej dedicato alla memoria e allo studio della Grande Guerra, e in particolare delle dodici tremende battaglie che infuriarono lungo l’Isonzo durante la Prima guerra mondiale. Con la sua cura e devozione, il suo impegno e lavoro costanti, questa istituzione svolge un compito fondamentale e richiama visitatori da tutta la Slovenia e dal resto d’Europa.
Quest’anno il Kobariski Muzej ha ricevuto ben 50.000 visitatori, talvolta venuti letteralmente dall’altra parte del mondo. Due ragazzi sono venuti addirittura dall’Australia per visitare il museo, perché il bisnonno di uno di loro era originario proprio di Caporetto: emigrò in Australia nel periodo tra le due guerre mondiali e decise di restarci, e col tempo si fece anche una famiglia, ma senza dimenticare le sue radici.
È difficile per chi non ha vissuto neppure il secondo Dopoguerra riuscire a immaginare il dramma che fu il primo conflitto mondiale, per chi combatté sul fronte ma anche per i civili, specialmente (ma non solo) quelli che vivevano nei luoghi più vicini ai luoghi di combattimento. Ecco perché il lavoro di istituzioni come il Museo di Caporetto è così importante; con la sua mostra permanente, il Kobariski Muzej conduce i suoi visitatori lungo un percorso alla scoperta degli avvenimenti storici che costituirono il fronte isontino, le sue diverse fasi.
Ma, allo stesso tempo, dedica uno sguardo attento al volto più umano della guerra, alle paure e sofferenze che accomunarono i combattenti di tutti i fronti in quegli anni durissimi. Lo fa con un vastissimo repertorio fotografico, con alcune lettere e diari, con il racconto dettagliato delle fasi più aspre della guerra, dai combattimenti in alta quota ai cannoneggiamenti, dalla sfiancante attesa nelle trincee alla vita sospesa nelle retrovie.
Alla dodicesima battaglia dell’Isonzo, più nota in italiano come battaglia di Caporetto, è dedicata un’attenzione speciale da parte del museo, che la racconta al secondo piano con un plastico di ben 27 metri quadrati che ne illustra le diverse fasi, con un film-documentario disponibile in undici lingue, e con la registrazione della lettura di una lettera scritta da un soldato italiano a suo padre. E d’altra parte è proprio questa la volontà del museo: raccontare gli eventi con rigore storico, contribuire a serbarne la memoria, e dare voce a chi quegli eventi tragici li visse in prima persona.
Per il Kobariski Muzej, custodire e tramandare la memoria di tutti i feriti e i caduti sul fronte isontino è una vocazione sincera e una missione davvero sentita. Per questo il museo rimane aperto anche durante le Feste, tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:00. E se quella al Museo di Caporetto è una visita che vale la pena fare in qualunque momento, forse in questo momento, in cui ci apprestiamo a dire addio al 2023 e a cominciare un nuovo anno, può essere persino più adatta.
Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.
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