di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
Fra le maggiori ricchezze dei paesaggi europei ci sono senza dubbio i castelli, testimoni silenziosi della storia, spesso custodi di autentici tesori. Siamo fortunati, nel Vecchio continente, perché ovunque andiamo può capitarci di vederne qualcuno sull’alto di un colle, di una montagna, o anche in un centro storico, capace di attirare visitatori appassionati di storia. Proprio così, che siano in rovina o perfettamente conservati, i manieri che costellano l’Europa sono una parte fondamentale del suo fascino.
Ne è un esempio Castello Bogenšperk, a una quarantina di minuti da Lubiana, nella località di Šmartno pri Litiji famosa per la magnifica chiesa neogotica dedicata a San Martino. Circondato da paesaggi dolci e verdeggianti, è un esempio del fascino che i castelli tuttora esercitano su chiunque li guardi, e invita i viaggiatori alla sua scoperta. E in effetti è proprio una visita che vale la pena di fare: Castello Bogenšperk non è solo considerato uno dei più bei manieri della Slovenia ma è anche la sede di un museo assai interessante.
Questo maniero fu costruito nel XVI secolo ed ebbe parecchi proprietari, ma il museo che oggi ospita è dedicato a uno di loro in particolare: Johann Weichart Valvasor, uno degli studiosi più celebri della storia slovena, che lo acquistò nel 1672 e ne fece, oltre alla residenza sua e di sua moglie, un luogo di intenso lavoro. Fu proprio tra le mura di Castello Bogenšperk, infatti, che Valvasor fece culminare anni di studio e di osservazioni della Carniola (una regione storica che comprendeva anche Lubiana e i territori circostanti) nell’opera più importante della sua vita.
Suddivisa in varie stanze, le stesse in cui lo studioso lavorò, il museo ricostruisce anche le vicende dell’epoca, restituendo il contesto storico (da un punto di vista sociale ma pure tecnico) in cui era immerso Valvasor. Ad esempio, nella stanza della stampa si possono vedere dei lavori dello studioso, fra pubblicazioni di topografia e alcune dedicate ad argomenti religiosi; ma si può anche vedere una replica della macchina da stampa rotativa che per ben undici anni funzionò al Castello, proprio per stampare i trattati, i disegni e le mappe elaborati da Valvasor. Si tratta di uno dei pezzi forti del museo, l’originale è conservata a Mainz.
Ma per quanto il fulcro dell’esposizione sia proprio Valvasor, il museo si sofferma anche sulla storia del maniero, illustrandone l’evoluzione dal punto di vista architettonico nonché il ruolo della sua presenza nelle varie epoche dalla sua costruzione. È così che, grazie a una ventina di pannelli e a un vasto assortimento di oggetti, utensili e suppellettili originali del XVII secolo, l’esposizione racconta le vicende del castello e dei suoi proprietari nel corso dei secoli.
E per approfondire questo aspetto c’è anche la Sala multimedia, dove si possono vedere dei brevi filmati sulla lunga vita del Castello e il suo sviluppo architettonico, nonché sulla storia di questa parte dell’attuale Slovenia nel XVII secolo, e poi naturalmente su Valvasor e gli altri proprietari a cui il maniero è appartenuto durante la sua lunga vita. Non capita tutti i giorni di visitare un castello e di poter conoscere così a fondo le vicende di una persona che tra l’altro, come nel caso di Valvasor, passò moltissimo tempo fra le sue mura a lavorare.
Fa un certo effetto aggirarsi per i corridoi e le stanze che accolsero l’indefesso studioso per una ventina d’anni, guardando i suoi strumenti di lavoro e le primissime copie dei suoi lavori, che furono stampate proprio qui. Pare ancora aleggiare tra le mura di Castello Bogenšperk, lo spirito di Valvasor, e riesce facile immaginarlo al lavoro alla sua scrivania o alla macchina da stampa, completamente assorto nel compilare il resoconto della vita umana e naturale della sua amata Carniola. Quella a Castello Bogenšperk è un’escursione che ispira e che regala un’esperienza preziosa: conoscere da vicino la storia di un maniero meraviglioso e del suo proprietario più illustre.
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