di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
La Slovenia ha molte facce. C’è quella verde e vibrante che si trova nella capitale, ad esempio, o in città come Maribor, dove la vita culturale è intensa e non si ferma mai, e il ritmo vivace della quotidianità si mescola con armonia alla pace e alla quiete dei grandi parchi, delle zone verdi, degli affascinanti lungofiume. C’è quella genuina e allegra, sfumata di romanticismo, delle regioni di campagna, fra dolci colline ricoperte di vigneti e costellate di agriturismi e fattorie dove assaggiare deliziosi prodotti artigianali realizzati con metodi tradizionali, tramandati di generazione in generazione.
E c’è quella che richiama lunghe storie, storie secolari, perfino millenarie. È la faccia che si incontra in luoghi avvolti nella storia, talvolta anche nella leggenda, e che tolgono il fiato con la loro bellezza: come il magnifico lago di Bled; l’incredibile Castello di Predjama, che sembra scaturire dalla roccia; il centro storico di Kamnik o quello di Celje, disseminati di antichi castelli; Ptuj, che i romani chiamavano Poetovio, con il suo monumento a Orfeo e il tempio dedicato al dio Mitra nel III secolo; o come Kranj, la splendida cittadina ricca di storia, sorta proprio alla confluenza di due fiumi ai piedi del Triglav, la montagna più alta della Slovenia.
In effetti non è difficile imbattersi nella storia camminando tra le vie di Kranj. Ci sono l’elegante Castello Khislstein, le torri delle antiche mura, gli affreschi delle facciate di Palazzo Mitničar e Palazzo Pavšlar, la casa dove visse il Dante Alighieri sloveno, France Prešeren, le opere del più celebre architetto sloveno, Jože Plečnik, i tunnel che scorrono nascosti, proprio sotto al centro storico, testimonianza del terrore dei bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale.
Insomma, le tracce della storia non mancano a Kranj. Eppure c’è molto altro da scoprire. Bisogna sapere, ad esempio, che il luogo dove sorge la città odierna, una lingua di terra abbracciata dai fiumi Sava e Kokra, è abitata sin dal Neolitico. E che l’attuale Kranj è l’unico insediamento umano della Slovenia che sia stato abitato ininterrottamente sin dall’antichità, e proprio per questo la consideriamo la città più antica del paese. In fondo è proprio a Kranj che si deve il nome della regione storica della Carniola, Kranjska in sloveno. Lo scrittore e studioso longobardo Paolo Diacono, verso la metà del 700 d.C., descrisse la Carniola come patria Sclavorum, ma il nome di Kranj in realtà risale ai tempi della tribù celta dei Carni.
In quella che oggi è piazza Trubarjev trg (nota anche come piazza Pungert), proprio vicino al limite della lingua di terra su cui sorge Kranj, sono stati ritrovati i resti di un insediamento dell’Età della pietra, in un sito simile a quello scoperto a Drilovka, oltre il fiume Sava, i cui reperti sono custoditi nell’interessantissimo Museo della Gorenjska e che è considerato un sito archeologico di grande importanza, al pari di quelli scoperti nella Palude di Lubiana. Fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., Kranj fiorì grazie alla sua posizione privilegiata, che la rendeva un hub commerciale importante sulla strada fra Emona (l’attuale Lubiana) e l’antica regione Noricum, che comprendeva la Slovenia nordorientale.
Nel corso della sua lunga storia Kranj ha conosciuto momenti di grande crescita e sviluppo, e fasi più sfortunate. Con il susseguirsi dei secoli essa cadde sotto la sfera di influenza di poteri diversi, e anche il suo aspetto cambiò di conseguenza. Le mura innalzate già durante l’antichità, ad esempio, furono accresciute e rinforzate alla fine del XV secolo per far fronte agli attacchi degli eserciti ottomani; nel XVII secolo invece, la maggiore tranquillità portò a un grande sviluppo delle attività artigianali e commerciali, e furono costruite le pittoresche case di via Tomšič, crebbero i laboratori dei fabbri e di la lavorazione della pelle.
Esplorando il centro storico di Kranj ci si imbatte anche in bei palazzi in stile rinascimentale per le importanti famiglie dell’alta borghesia di Kranj, ma anche per il Comune: situato nella piazza principale, la facciata nord della sede comunale risale al tardo periodo gotico, ma al suo interno custodisce anche un salone realizzato in un secondo momento, in stile rinascimentale, che è il più bello del suo genere in tutta la regione della Gorenjska. Non c’è da stupirsi che Kranj fosse un centro fiorente: qui attività come il commercio di prodotti caseari, di salsicce e insaccati, la concia e la lavorazione della pelle e dei metalli erano di grande successo.
Fra rivolte contadine nel XVI e XVII secolo, epidemie, incendi catastrofici (in quello del 1668 andò letteralmente in fumo un terzo delle case mentre nel 1749 mancò poco perché tutta la città venisse avvolta dalle fiamme), l’occupazione napoleonica, il risveglio culturale del XIX secolo, grazie alle opere di poeti e scrittori come France Prešeren, Simon Jenko, Janez Mencinger e Ivan Tavčar, lo sviluppo manifatturiero e industriale, e due conflitti mondiali, Kranj ha una storia ricca e movimentata da raccontare. E il modo migliore per scoprirla è proprio andare a scoprirla, camminare per il suo centro storico, soffermarsi sui particolari; e, naturalmente, visitare il Museo della Gorenjska, nel Castello.
Soddisfatti anche nel gusto da una tradizione gastronomica altrettanto ricca, i viaggiatori a Kranj hanno l’opportunità di scoprire una vera e propria gemma slovena, abbracciata da due fiumi, circondata da dolci campagne di colline e boschi, e sempre accompagnata dal profilo inconfondibile del maestoso monte Triglav. Una meta imprescindibile per conoscere davvero la Slovenia, e bella da visitare in qualsiasi stagione.
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