di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
L’Europa è nata dopo il peggior conflitto della storia, sotto il segno della pace, dell’armonia tra i popoli, del dialogo tra le nazioni. Tutto questo, però, ha come condicio sine qua non la memoria: degli orrori e delle devastazioni, dei soprusi e della sofferenza che le guerre hanno inflitto nel corso dei secoli a milioni di europei. Proprio per questo sono indispensabili musei come il Kobariški muzej, che da uno dei luoghi-simbolo del primo, devastante conflitto mondiale, diffonde da oltre trent’anni un messaggio di pace e convivenza, fratellanza e umanità.
Sorge infatti a Caporetto, cittadina slovena alle pendici di quello stesso Krn (Monte Nero) che durante la Prima guerra mondiale fu teatro di feroci battaglie fra le truppe italiane e quelle austro-ungariche. Nella cittadina che porta lo stesso nome della fatidica Battaglia di Caporetto, che oltre un secolo fa mise fine al fronte isontino, uno dei più duri della Grande Guerra. Raccontando quel fronte, il Kobariški muzej non è schierato con i vinti né con i vincitori, non ha nulla di elegiaco o celebrativo.
È un museo che vuole documentare, conservare, comunicare e far riflettere. E che, nei suoi tre decenni di attività, ha ricevuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali. Dopo solo quattro anni di esistenza, ad esempio, ha ricevuto lo European Museum of the Year Award (EMYA), insieme a un importante museo archeologico di Istanbul. Il suo valore però non è dimostrato solo dai premi che ha vinto, ma anche dalle decine di migliaia di persone che lo hanno visitato in questi trent’anni (basti pensare che fra il 1990 e il 2018 i visitatori sono stati più di 50 mila).
Ed è dimostrato anche dalle importanti collaborazioni che vanta con fondazioni, altri musei e istituti culturali in tutta Europa. D’altra parte, la memoria è più forte se l’impegno per custodirla e comunicarla è condiviso da molti. In Slovenia, ad esempio, il Museo di Caporetto è uno dei soci fondatori, insieme alla Fondazione Sentiero della Pace, del Walk of Peace, un sentiero che si snoda per oltre cento chilometri fra l’Italia e la Slovenia lungo i luoghi del fronte isontino.
E all’estero il Kobariški muzej collabora periodicamente in eventi e mostre temporanee dedicate alla Grande Guerra con altre istituzioni europee. Ad esempio, lo scorso dicembre si è tenuto un evento in Belgio, durante il quale il Museo di Caporetto e la Fondazione Sentiero della Pace hanno presentato il patrimonio di memoria storica del fronte isontino a Ypres (Ieper in olandese), città che uscì devastata dal primo conflitto mondiale. Fu proprio qui che i gas asfissianti vennero usati massicciamente per la prima volta, non a caso il cosiddetto gas “mostarda” prese il nome di iprite proprio da Ypres.
Oggi Ypres è una “città della pace” ed è sede del Museo In Flanders Fields, tutto dedicato alla Grande Guerra nelle Fiandre occidentali. E proprio qui, sotto l’egida dell’ambasciata slovena in Belgio e nell’ambito del trentesimo anniversario dell’indipendenza slovena, si è svolto un evento culturale conclusosi con la firma di un accordo di cooperazione tra la città di Ypres, il Museo In Flanders Fields, il Museo di Caporetto e la Fondazione Sentiero della Pace. Fra gli obiettivi dell’accordo c’è anche la creazione di un Sentiero europeo della Pace che unisca fra loro tutti i fronti aperti durante la Grande Guerra.
Per celebrare l’accordo di cooperazione è stata allestita una breve mostra temporanea del Museo di Caporetto, il cui titolo era “29 mesi di battaglie sull’Isonzo”, e il Kobariški muzej ha donato al Museo In Flanders Fields una sedia commemorativa. Si tratta di una sedia che venne utilizzata dagli alpinisti italiani dispiegati sul fronte, nell’entroterra, restaurata e dedicata alla memoria di tutti i caduti sul fronte occidentale. Un nuovo tassello dello sforzo collettivo di preservazione della memoria, e del cammino della pace e della solidarietà, che ogni giorno contribuisce a unire l’Europa ancora di più.
Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono le proposte del Museo di Caporetto. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè di contenuti terzi.
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