di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
I musei sono sempre un ottimo modo, quando si viaggia, per comprendere un po’ meglio il luogo che si sta visitando; sono preziosi custodi di sapere e conoscenza che gettano luce sulla storia, o un particolare capitolo della storia, di una città o un paese. E, personalmente, credo che un museo assolutamente imperdibile in Slovenia, sia il Kobariški muzej, il Museo di Caporetto. Perché? Ecco 7 risposte per voi!
1. È vicino
Da Gorizia basta un’oretta in auto per raggiungere Caporetto, e tra l’altro la strada è bellissima, passa attraverso boschi meravigliosi, costeggia spesso il fiume Isonzo con il suo magico color smeraldo, e nei pressi di borghi ameni dove vale davvero la pena di fare una sosta, come Most na Soči (nota in italiano come Santa Lucia d’Isonzo) e Tolmin.
2. È dedicato a un pezzo di storia che tutti dobbiamo ricordare
Il Museo di Caporetto è interamente dedicato al fronte isontino, dove si consumarono gli scontri più cruenti del fronte italiano, tra l’esercito del Regno d’Italia e i suoi Alleati, e le armate dell’Impero austro-ungarico e della Germania. Fu uno dei capitoli più bui della Grande Guerra, reclamò la vita di migliaia di soldati e segnò per sempre la vita di centinaia di migliaia di persone, militari e civili. La sua memoria va custodita e tramandata.
3. Caporetto fa parte della storia (e della cultura) italiana
La Dodicesima battaglia dell’Isonzo, quella che segna la conclusione del fronte isontino, è nota anche come la Battaglia di Caporetto in Italia. Fu un evento drammatico e una terribile sconfitta per le truppe italiane (causata da marchiani errori da parte dei vertici del Regio Esercito). Il trauma fu tale che l’espressione “è stata una Caporetto” è tuttora usata in Italia per indicare una disfatta di grandi proporzioni.
4. La sua esposizione permanente è straordinaria
Suddivisa in sette aree tematiche, quella del Museo di Caporetto è la migliore esposizione permanente sul fronte isontino. Tocca ogni aspetto della Grande Guerra per come fu combattuta e vissuta dai soldati di tutti gli eserciti in questi luoghi, e vanta un’eccezionale collezione di reperti e oggetti, come fotografie, pezzi di equipaggiamento, lettere, diari personali, indumenti ecc. Ogni reperto ha la sua storia e permette di conoscere un po’ meglio quei drammatici eventi.
5. Le sue guide
La storia della Grande Guerra per come la studiamo a scuola si concentra sui grandi avvenimenti. Poco o nessuno spazio è lasciato (per ragioni di tempo naturalmente) alle storie più “piccole”, quelle dei soldati che vi presero parte ad esempio. Ma i racconti di chi visse sulla propria pelle quei terribili anni rappresentano ancora una fonte eccezionale per far diventare un evento così assurdo, un po’ più concreto e tangibile. E le guide del Museo di Caporetto, oltre a illustrare l’esposizione, arricchiscono la visita con le storie dei loro nonni o bisnonni, o quelle di loro conoscenti, sul fronte isontino. La loro competenza e dedizione, da sole, basterebbero come ragione per visitare il Kobariški muzej.
6. È molto più grande di come sembra
Sia chiaro, con le sue sette sale il Museo di Caporetto non è affatto piccolo. Eppure uno dei motivi per cui vale la pena di visitarlo è che la sua esposizione continua anche fuori dall’edificio che lo ospita. Tra i musei all’aperto, ad esempio, come quello del Mengore, che fu fortificato con gigantesche quantità di trincee, caverne e gallerie, o quello di Ravelnik, dove un sentiero circolare collega trincee, fossati di collegamento, caverne, nidi per mitragliatrici, baracche ricostruite e bunker. E ancora, le visite guidate del museo alla scoperta dei luoghi del fronte isontino della Grande Guerra sono ideali per coniugare una camminata all’aperto, nella natura, e un viaggio nella storia.
7. Ha una missione fondamentale
Quella del Museo di Caporetto è un’esposizione del tutto neutrale, che mette in primo piano l’esperienza umana, individuale e collettiva, di quell’evento assolutamente inedito e devastante che fu la Prima guerra mondiale, senza favorire nessuna delle parti. È un’esposizione che ha ottenuto importanti riconoscimenti, a livello sia sloveno che nazionale; da una parte è attentissima al rigore storico, e dall’altra ha il grande merito di far prevalere la voce dei soldati nel racconto di quel che fu. Sono loro a raccontare gli orrori di quell’incubo, dal quale moltissimo non riuscirono a tornare. Il risultato è un monito accorato su quanto sia fragile e preziosa la pace, e quando sia terrificante la guerra.
Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè di contenuti terzi.
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