di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
Per gli appassionati di storia bellica, ma anche per tutti coloro che, semplicemente, hanno voglia di coniugare viaggio, cultura e movimento all’aria aperta, la Slovenia è la destinazione perfetta. In particolare lo è la Valle dell’Isonzo, facilissima da raggiungere dato che si trova proprio al di là del confine. In questa parte del Paese mitteleuropeo, infatti, si trovano moltissimi luoghi della Grande Guerra.
Preservati e valorizzati a testimonianza di ciò che avvenne in questa parte di Europa durante la Prima guerra mondiale, costituiscono ottime mete per delle escursioni all’aria aperta, circondati dai magnifici paesaggi della Valle dell’Isonzo. Musei all’aperto, sacrari, suggestive cappelle: i luoghi da poter visitare durante un viaggio del genere sono molti e di molti tipi. Sicuramente, in un tempo come quello attuale, con due devastanti guerre ai confini dell’Unione Europea, un viaggio particolarmente significativo può essere quello che comprenda la visita a uno (o a vari) dei cimiteri militari sparsi per la valle.
Certamente il Museo di Caporetto è il punto migliore per cominciare, dato che con la sua esposizione permanente offre un’introduzione estremamente efficace ai 29 mesi durante i quali infuriarono i combattimenti del fronte isontino, che vide contrapporsi l’allora Regno d’Italia e l’Impero austro-ungarico. Il percorso espositivo del Kobariški muzej, infatti, accompagna i visitatori attraverso un itinerario che illustra sia i momenti salienti del fronte isontino (su tutti il suo evento conclusivo, la Battaglia di Caporetto) sia il tipo di territorio in cui i soldati, di tutte le parti coinvolte, si ritrovarono a dover vivere e combattere.
Dopo aver visitato il museo il viaggio può continuare verso uno dei cimiteri militari si cui è costellata la Valle dell’Isonzo. A Bovec, ad esempio, un’area in cui infuriarono battaglie terribili perché l’esercito italiano cercava di sfondare la linea di difesa austro-ungarica, sono oggi sepolti 600 soldati dell’esercito imperiale. Nella località di Log pod Mangartom, nota in italiano come Bretto, si trova un altro cimitero dedicato ai soldati austro-ungarici, caduti in questo caso per difendere le posizioni sulle pendici del Monte Rombon. Grazie all’ottima visuale che offriva di tutta la Valle dell’Isonzo, infatti, questo monte era stato scelto dal soldati dell’esercito austro-ungarico come una sorta di fortezza naturale. E, proprio per questo, subì pesanti bombardamenti e battaglie sanguinosissime.
Questo è ritenuto il più bel cimitero militare dedicato ai caduti sul fronte isontino. Sviluppato su quattro livelli, è immerso nel verde, circondato da sempreverdi e dalla cornice delle montagne. Molto bello il monumento commemorativo, realizzato dallo scultore ceco Ladislav Kofránek nel 1917, dopo aver prestato servizio proprio a Log pod Mangartom tra le fila austro-ungariche. Rappresenta due uomini: un cecchino di montagna e un soldato bosniaco-erzegovino con il fez. Ciò si deve a che la maggior parte dei caduti in questi luoghi erano bosniaci musulmani.
Anche nel paesino di Soča sorge un cimitero militare. Dietro alla chiesa di San Giuseppe, infatti, sono sepolti i 1400 soldati austro-ungarici periti nell’ospedale militare che si trovava proprio in questo piccolo paese. A causa della scarsità di medicinali, bende e disinfettanti, infatti, i medici e le infermiere non riuscivano a salvare la vita di tutti i feriti che avevano la fortuna di essere trasportati fino all’ospedale. Sul pendio della collina che incornicia il cimitero è stata creata una grande croce di pietre, e nel masso vicino alla croce si può vedere una granata incastonata in segno di ricordo e di monito.
Nei pressi di Trenta, lungo la strada per il Passo Vršič, il cimitero militare ospita anche i corpi di vari prigionieri russi che persero la vita mentre costruivano la strada proprio sopra a quel passo, vitale per i rifornimenti alle truppe austro-ungariche che non potevano più passare da quella sul Passo Predel per la vicinanza del confine italiano. Sottoposti a condizioni di lavoro terribili, molti prigionieri persero la vita costruendo quella strada. Solo in un giorno del marzo 1916, una valanga ne uccise più di 300.
A Caporetto, invece, vale la pena di visitare il suo Sacrario militare, dove sono stati riuniti tutti i soldati italiani caduti sul fronte isontino: ben 7014. Circondato da monti boscosi, sorge sul colle Gradič, dal quale si apre una bellissima veduta della valle. Come pure gli altri cimiteri militari della Valle dell’Isonzo emana, con la sua presenza sobria e imponente, un monito potente sugli orrori della guerra. Ecco perché un viaggio alla scoperta del Museo di Caporetto e dei cimiteri militari della Valle dell’Isonzo è un viaggio ricco di significato, un’eccellente idea di viaggio per la primavera ormai alle porte.
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