Zgodbe iz Slovenije

Al Museo di Caporetto, la memoria di una guerra crudele che ha ispirato film e romanzi

27.01.2025
Fonte: www.slovenia.info, foto di Jošt Gantar

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

La Prima Guerra Mondiale ha ispirato tanti libri e film indimenticabili: ad esempio Niente di nuovo sul fronte occidentale, romanzo di successo da cui sono stati tratti ben tre film (l’ultimo, del 2022, ha vinto quattro premi Oscar); Un anno sull’Altipiano (basato sulla vera esperienza del giovane ufficiale Emilio Lussu), che ha ispirato due bellissimi film (Uomini contro e La grande guerra); i romanzi Addio alle armi, con i suoi due adattamenti cinematografici, e la prima parte del tenebroso Viaggio al termine della notte, che difficilmente potrà mai essere trasposto sullo schermo.

Anche il capolavoro di Stanley Kubrick Orizzonti di gloria (tratto dall’omonimo romanzo di Humphrey Cobb) è ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. Pur vantando attori di alto livello, la vera protagonista del film è la guerra stessa, in tutta la sua delirante assurdità e il suo mostruoso carico di violenza. Non esiste un vaccino contro il bellicismo, ma se esistesse sarebbe proprio il film di Kubrick.

Fonte: https://kobariski-muzej.si/it

L’arte, costituita anche da romanzi e film, può senz’altro aiutarci a capire cosa fu la Prima Guerra Mondiale. Ma non c’è dubbio che vedere i reperti e i documenti dell’epoca possa essere ancora più utile. Ecco perché merita una visita il Museo di Caporetto (Kobariški muzej in sloveno), una tappa imperdibile per tutti coloro che amano la storia contemporanea. Circondato dalla magnifica natura della valle dell’Isonzo, una delle zone più belle della Slovenia, ricca di fiumi e monti, il Museo è molto apprezzato dagli esperti proprio perché offre una panoramica completa su uno dei momenti più decisivi della Grande Guerra: la celebre, tragica battaglia di Caporetto.

L’esposizione permanente si snoda attraverso sale dedicate a molti aspetti che caratterizzarono la Prima guerra mondiale, e in particolare la lunga serie di battaglie che si combatterono sul cosiddetto fronte isontino, che vide le truppe austro-ungariche scontrarsi con quelle dell’allora Regio esercito italiano. La Sala bianca, ad esempio, è tutta dedicata a illustrare le tremende fatiche che dovettero sopportare i soldati dispiegati in alta montagna, dove si combatté molto nel contesto del fronte isontino.

Fonte: https://kobariski-muzej.si/it

Una sala è dedicata alle retrovie, e in particolare alla vita quotidiana in queste zone così importanti. Era qui, infatti, che si aspettavano i rifornimenti da distribuire poi alle forze dispiegate lungo tutto il fronte. Era qui che i feriti trascorrevano la convalescenza e, se erano fortunati, si riprendevano completamente. Ed era qui che chi era mandato a riposare, magari dopo interminabili mesi in trincea, cercava in ogni modo di ritrovare sprazzi di normalità e di speranza nel caos devastante della guerra.

La Sala nera è una delle più toccanti di tutto il museo. Qui sono esposti numerosi reperti, tra oggetti, utensili, lettere, pagine di diario e fotografie, che più che in ogni altro punto del museo sono una finestra sull’animo e i pensieri dei soldati dispiegati sul fronte isontino, di tutti gli schieramenti. Da non perdere poi, fino all’ottobre di quest’anno, l’esposizione temporanea intitolata “Ero un prigioniero di guerra”, anch’essa ricchissima di testimonianze e racconti di esperienze vissute in prima persona durante la Grande Guerra.

Fonte: https://kobariski-muzej.si/it

Il secondo piano del museo, invece, è tutto dedicato all’evento decisivo del fronte isontino: la Dodicesima battaglia dell’Isonzo, meglio conosciuta in Italia come la battaglia di Caporetto. Qui un plastico di ben 27 metri quadrati presenta un’animazione che illustra le diverse fasi della battaglia, rendendo bene l’idea della portata di quegli eventi e delle loro conseguenze. Molto eloquente e ben fatto anche il documentario, disponibile in undici lingue, realizzato proprio dagli esperti del museo. Aggirandosi per le sale del Kobariški muzej è semplice come e perché la Grande guerra abbia ispirato il lavoro di così tanti artisti, musicisti, romanzieri, poeti, registi e pittori.

La Prima Guerra Mondiale non è stata solo un’immensa catastrofe, che ha segnato la vita di decine di milioni di europei (e non-europei, perché la guerra fu combattuta anche in Oceania, Asia e Africa, e coinvolse giapponesi, statunitensi, cinesi, brasiliani ecc.). Fu anche l’origine delle tante altre gigantesche tragedie che hanno costellato il Novecento, a partire dall’ascesa del nazifascismo e dalla Seconda Guerra Mondiale. Visitare il Museo di Caporetto significa iniziare a capire cosa fu la Grande Guerra per gli uomini che la vissero sulla loro pelle, nelle trincee. E non si può amare la pace se non si capisce davvero cos’è la guerra. Ecco perché visitare il Museo di Caporetto è prima di tutto un gesto di civiltà.

Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè di contenuti terzi.

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