di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
Gli italiani sono un popolo di creativi e anticonformisti. Fantasiosi, spesso individualisti, un po’ litigiosi. Ci sono però alcune cose che li mettono (quasi) tutti d’accordo: l’attenzione alla famiglia, la passione per il calcio (e per il tennis, da quando un certo ragazzo dell’Alto Adige ha iniziato a far vedere i sorci verdi ai migliori tennisti del mondo), l’idolatria per la propria, ottima cucina… e il culto di Dante Alighieri.
Il Sommo Poeta è ancora oggi un mito, in Italia e nel mondo, e il suo capolavoro, la Divina Commedia, è una delle ragioni per cui oggi in Italia si parla una lingua derivata dal dialetto fiorentino. La Divina Commedia è composta da tre cantiche, la più famosa delle quali è senz’altro l’Inferno. Il suo incipit (Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura, / ché la diritta via era smarrita) è celebre, e in Italia quasi tutti lo conoscono a memoria.
Dante oggi è amato in tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia, ma la sua vita non fu esattamente una passeggiata, e trascorse molto tempo in esilio. Per esempio a Verona, alla corte di Cangrande della Scala. Ma — sembra — anche più a est. Si dice infatti che dopo la sua tappa veronese Dante sia giunto in Friuli, intorno al 1319, ospite di Pagano della Torre, il potente patriarca di Aquileia, “protettore dei dotti”. Nel corso delle sue peregrinazioni in terra adriatica Dante avrebbe soggiornato a Udine e a Tolmino (in sloveno, Tolmin), per poi tornare a Verona e da lì recarsi a Ravenna, dove infine si sarebbe spento.
La bellezza struggente di Tolmino avrebbe affascinato Dante, che qui avrebbe scritto alcuni canti del Paradiso, e forse anche dell’Inferno. Secondo Jacopo Valvasone di Maniago, erudito friulano del XVI secolo, a Tolmin avrebbe scritto «l’opera “De pesci”, per il che fin’ a hoggi di que popoli chiamano questo luogo “Sedia di Dante”». Ed è indubbio che Tolmin già nel Medio Evo fosse apprezzata «per la bellezza e la copia incredibile di fontane e fiumi limpidissimi, per l’aria saluberrima, per l’altezza dei monti e la spaventosa profondità delle valli».
Oggi gli esperti ritengono improbabile che Dante, sostenitore dell’Impero, sia stato ospite di un guelfo come Pagano della Torre. Tuttavia il conte di Gorizia era fieramente ghibellino, e Tolmin era sottoposta alla sua giurisdizione: il Sommo Poeta potrebbe dunque essere passato nella zona. Del resto oltre a una “sedia di Dante” a Tolmin esiste pure una “grotta di Dante”: vox populi vox Dei, no? E nella Divina Commedia si citano località della regione adriatica come Pola, il Carnaro, oltre che i «venti schiavi» cioè la Bora, e forse il Monte Javornik nell’Alta Carniola.
Secondo il garibaldino, avvocato e storico amatoriale Carlo Podrecca, la vallata dell’Isonzo dalle stupefacenti acque color smeraldo sarebbe stata ritratta da Dante nell’antipurgatorio. E c’è chi ha sostenuto che la grotta di Tolmin avrebbe ispirato Dante quando scrisse la discesa al centro della Terra in compagnia di Virgilio, sino al terribile lago ghiacciato Cocito.
Da secoli alcuni dei più illustri letterati italiani discutono sul fatto che Dante abbia visitato o meno il Friuli e la valle dell’Isonzo. Ma che si tratti di una leggenda o di un viaggio realmente accaduto, Tolmin merita comunque una visita. La sua natura incontaminata, la bontà della sua aria, lo splendore dell’Isonzo sono una gioia per la mente e il fisico. Non a caso le sue bellezze hanno ispirato grandi poeti e romanzieri come Giuseppe Ungaretti ed Ernest Hemingway.
Ma oltre che di paesaggi e natura incantevoli, Tolmin è ricchissima pure di storia e cultura. Per rendersene conto basta visitare il locale Tolminski muzej, il Museo di Tolmin, che custodisce reperti interessantissimi. La sede principale è ospitata nell’elegante palazzo Coronini, proprio nel cuore del paese, e vanta un’esposizione permanente che illustra il passato di Tolmin sin dalla preistoria. In effetti, è strutturata in tre percorsi principali.
Il primo, archeologico, dedicato alle popolazioni insediatesi su queste rive dell’Isonzo all’alba dei tempi. Il secondo, etnologico, racconta l’evolversi della vita quotidiana a Tolmin in diversi periodi storici, con un’attenzione particolare ai tempi tumultuosi della famosa rivolta contadina del 1713. Infine c’è la parte sulla storia dell’arte, con affreschi, tele e mobili pregiati che un tempo arredavano le case e le residenze nobiliari a Tolmin, Bovec e Kobarid (alias Caporetto in italiano).
E fa parte della collezione permanente del Tolminski muzej anche un busto di Dante Alighieri, opera dello scultore italiano Mario Moschi, che la realizzò intorno al 1929. La vicenda stessa di questo busto racconta molto della storia di Tolmin (e non solo). Inizialmente il busto era stato posto in un luogo pubblico, in centro a Tolmin. Ma, commissionata in pieno ventennio fascista, la statua era corredata dalla dicitura “Dante lungo i confini stabiliti da Dio. Da Firenze all’italiana Tolmino”, ovviamente per nulla gradita dagli abitanti di Tolmin. Tanto che, alla fine della Seconda guerra mondiale, la gettarono in un oscuro magazzino con l’idea di lasciarla all’oblio per sempre.
Tempo dopo il busto fu recuperato e posto all’ingresso della suggestiva gola di Tolmin. Ma benché l’iscrizione di stampo fascista fosse stata eliminata, la statua era sgradita a troppe persone, che semplicemente non desideravano vederla. Così fu portata al Tolminski muzej, diventando parte della sua collezione e una testimonianza di uno dei periodi più bui della storia europea. In effetti talvolta è data in prestito ad altri musei sloveni (ora per esempio è in prestito al Museo di Kostanjevica) proprio per il suo valore storico.
Insomma, grazie al Tolminski muzej, alle bellezze naturali e all’aria pulita e rinvigorente, Tolmin va visitata il prima possibile. In ogni stagione questo luogo ha tutto ciò che serve per affascinare i viaggiatori. Ecco perché un viaggio alla scoperta di questa cittadina e dei suoi splendidi dintorni (a cominciare appunto dalle celebri gole di Tolmin) è decisamente un’ottima idea. Magari tenendo sotto braccio la Divina Commedia.
Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè di contenuti terzi.
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