di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
C’è una cittadina nascosta fra i boschi della Slovenia del nord, dove ogni sentiero, ogni chioma frondosa, ogni pendio, racconta una storia. Si chiama Tržič, e le antiche leggende raccontano che i suoi abitanti l’abbiano ricostruita dove sorge oggi fuggendo da un enorme drago, che muovendosi fra le rocce un giorno fece tremare la terra provocando una terribile frana.
A nord di Lubiana e pochi chilometri a est del magico lago di Bled, non lontano dal celebre passo di Ljubelj (Loiblpass in tedesco) che collega la Slovenia e l’Austria, Tržič è, senza esagerare, un piccolo ma sorprendente mondo a parte. Qui storia e leggenda si incontrano e si mescolano, le origini, la storia e la cultura della città sono custodite con cura e condivise volentieri con chi giunge in visita, e i paesaggi boscosi emanano richiami irresistibili.
Fondata dai romani, che la chiamarono Forum in Lubellino, lungo l’antica strada che univa Emona (come i romani chiamavano Lubiana) e Viruno (anch’essa una città romana nell’attuale Carinzia austriaca), fu ricostruita più a valle dopo una terribile frana causata da un terremoto. Da qui la leggenda sul drago. Trovandosi lungo un’importante via di collegamento, Tržič crebbe diventando un florido centro commerciale, noto per la lavorazione del cuoio, del legno e, soprattutto, del ferro.
Poco importa che siate alla ricerca di qualche giorno di tranquillità, fra visite al patrimonio storico-culturale, giretti in centro città e piccole ma gustose incursioni nella gastronomia locale, o di un viaggio all’insegna dello sport e delle attività all’aria aperta, a contatto con la natura. Tržič è una splendida meta per un viaggio in Slovenia.
Passeggiando fra le vie del suo centro storico, l’atmosfera allegra e vivace rende difficile pensare di trovarsi in una cittadina che ha vissuto ben più di un evento difficile e traumatico. Non si tratta solo della catastrofica frana, ancora oggi ricordata nella leggenda del drago, ma anche di una serie di incendi che, nel corso della sua lunga storia, colpirono la città. Il più terribile fu nel 1811, così devastante che Tržič riuscì a riprendersi solo molto lentamente. In seguito a questo evento fu resa obbligatoria l’uso di porte e finestre in metallo, in modo da ostacolare, per quanto possibile, il passaggio delle fiamme da una casa all’altra.
Al Museo della città si scopre la lunga storia dell’artigianato locale, soprattutto grazie all’esposizione sulla produzione di calzature e di tessuti a stampe blu, sulla lavorazione della pelle e quella del ferro. La Casa di Kurnik, oltre a essere il luogo di nascita di un celebre poeta sloveno, è un esempio stupendamente conservato di architettura rurale in un contesto cittadino. Tipica di un tempo, quando in città come Tržič, immerse in contesti di natura semi-incontaminata, le attività rurali erano ancora fondamentali nel sostentamento e nella vita quotidiana.
Nella parte vecchia della città, un tempo specializzata nella lavorazione dei metalli, si trova la Forgia Germovka, una delle due officine più antiche della città. Fu ricostruita secondo l’aspetto originale dopo l’incendio del 1811, e vi sono conservate le vecchie forge, i mantici e varue attrezzature.
Parte della storia spesso travagliata di Tržič, anche se situato fuori città, è anche il campo di lavoro di Ljubelj, l’unico campo di concentramento innalzato in territorio sloveno durante la Seconda guerra mondiale. Fu Hitler a volerlo, perché i prigionieri costruissero il tunnel di Ljubelj, un’opera infrastrutturale necessaria per agevolare il valico di un punto strategicamente molto importante. Del resto, nel 1941, lunghe colonne motorizzate dell’esercito nazista attraversarono il passo di Ljubelj (Loibl).
Ma Tržič è anche un punto di partenza eccezionale per delle splendide escursioni nel verde. Una destinazione da non perdere è la cascata dello Stegovnik, che con un salto di circa 15 metri è visitabile durante tutto l’anno, e raggiungibile grazie a un sentiero adatto anche alla mountain bike. Negli inverni più rigidi la cascata si congela, trasformandosi in una sfida perfetta per gli appassionati di scalata sul ghiaccio.
A Žiganja, circa sei chilometri a sud di Tržič, vicino alla Chiesa di Sant’Ulrico, si trova un imponente, magnifico albero: un tiglio secolare il cui tronco ha una circonferenza di ben 730 centimetri. Un sentiero fantastico per vedere anche questo tiglio è quello delle tre campane. Percorribile a tutte le età in circa due ore, questo sentiero passa per luoghi splendidi e ammantati di leggenda come il Bosco di Odino e le pendici del monte Kriška Gora.
Il Sentiero dell’Aquila prende il nome dall’aquila reale, che nidifica ancora sui ripidi pendii del Dolga njiva. È perfetto per chi viaggia con bambini perché è un sentiero didattico, e racconta la vita della natura in modo semplice e divertente, perfetto per gli escursionisti più giovani. Comincia e finisce alla malga Dolga Njiva, dove i bambini rimarranno incantati dai simpatici animali da fattoria: pecore, caprette, tacchini e asinelli. In qualsiasi stagione e con qualunque compagnia, Tržič è davvero la porta a un mondo segreto, fatto di antiche leggende, buie pagine di storia, tante tradizioni e una natura esuberante e incontaminata che aspetta solo di accogliere e ammaliare i suoi visitatori.
Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.
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