di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
Alcune tra le destinazioni più belle al mondo sono sconosciute ai più. Sono lontane dalle rotte turistiche e ricevono poche, scarne righe sulle guide. La Slovenia, questo “cuore verde d’Europa” che è un grande tesoro culturale e naturalistico della Mitteleuropa, vanta diverse mete di questo tipo. A cominciare dal Divje jezero, il Lago selvaggio custodito tra i boschi che abbracciano la cittadina alpina di Idrija.
Protetto dallo status di monumento nazionale dal 1972, è stato il primo museo all’aperto del Paese. È un lago carsico, e come tale, è soggetto a dei fenomeni naturali legati a doppio filo con le profondità di queste terre, che per lunghissimo tempo hanno stupito gli abitanti di questi luoghi. Si tratta di uno specchio d’acqua turchese celato tra una fitta coltre d’alberi, sotto le pareti rocciose ai piedi dell’altipiano di Črni Vrh.
Ma oltre a essere un bellissimo lago, il Divje jezero è anche la sorgente di un fiume: il Jezernica, che va quasi subito a tuffarsi nell’Idrijca, e con appena 55 metri di lunghezza, detiene il record di corso d’acqua più corto della Slovenia. È una sorgente carsica del tipo noto dagli addetti ai lavori come “vauclusiano”, dal nome della sorgente Fontaine de Vaucluse, nel sudest della Francia, a dir poco nota fra gli studiosi di sistemi carsici.
Ciò significa che è una sorgente la cui origine si trova in una cavità o in un sistema di caverne. Infatti, anche nel caso del Lago Selvaggio, l’esistenza del corto fiume Jezernica dipende dalla quantità d’acqua contenuta nel sistema carsico di cavità e gallerie sotterranee: in periodi di siccità, la superficie del lago si restringe, il livello dell’acqua si abbassa e il corso d’acqua si secca. L’acqua arriva al lago da attraverso un tunnel sotterraneo che scende a grande profondità. Una profondità tuttora sconosciuta e che i sommozzatori, a oggi, hanno esplorato fino a 160 metri.
Come sempre accade in questi casi, le spiegazioni scientifiche possono far perdere di vista quanto luoghi come il Divje jezero possano essere stati straordinari per i nostri antenati nel corso dei millenni. I laghi, si sa, sono sempre stati al centro di numerosissime credenze, storie e leggende. Erano considerati le dimore misteriose di creature altrettanto imperscrutabili: ninfe, spiriti, dee e demoni. In molte popolazioni erano visti come delle porte dell’aldilà, e proprio per questo erano scelti come luoghi per erigere tempi e svolgere cerimonie propiziatorie e religiose.
Pur non avendo più il significato di un tempo nelle credenze collettive, i laghi esercitano ancora un fascino molto particolare su di noi: ci aiutano a rilassarci, a dimenticare lo stress e a ritrovare la calma. E se poi sono laghi dalle profondità misteriose, immersi nei boschi, il loro fascino è semplicemente irresistibile. Davanti a un lago straordinario come il Divje jezero, ci si sente subito invasi dalla voglia di fermarsi, mettersi comodi e stare a contemplare lo spettacolo per un po’.
Ecco perché il Lago Selvaggio è una tappa imperdibile quando si visita Idrija. Tra l’altro è un’escursione bella, piacevole e molto semplice, visto che la meta si trova ad appena due chilometri dalla cittadina. E dopo aver scoperto il ricco patrimonio storico e culturale di Idrija, che verso la fine del XV secolo si trasformò in un vero e proprio El Dorado del Vecchio mondo, fare una passeggiata o pedalare fino al Divje jezero è senz’altro un’ottima idea.
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