Zgodbe iz Slovenije

Alla scoperta del monte Rombon, il punto più alto del fronte isontino

09.02.2021
Fonte: https://www.outdooractive.com/, foto di Darjo Berra, Turizem Dolina Soce

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

Il Sentiero della Pace è molte cose. È prima di tutto un’iniziativa per la memoria e per la pace, per il ricordo e per la conoscenza. E poi è un’ottima opportunità per andare alla scoperta di un intero mondo in Slovenia, per camminare nella natura, fare lunghissime escursioni o brevi gite, sempre immersi tra paesaggi splendidi e luoghi votati al ricordo delle vittime dei combattimenti infuriati in questa zona durante la Prima guerra mondiale.

I 400 chilometri del Sentiero della Pace, infatti, si snodano soprattutto attraverso la Valle dell’Isonzo, nota in Slovenia e nel resto dell’Europa per essere stata il teatro del cosiddetto fronte isontino durante il conflitto, ma anche per la sua bellezza. A cominciare dallo straordinario color turchese delle acque dell’Isonzo, il fiume che ispirò anche il grande poeta Ungaretti. E poi ci sono i boschi, le vallate, i grandi pascoli, gli altipiani, e le montagne. Già, perché la valle dell’Isonzo è circondata da montagne.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Boris Pretnar

Una in particolare è famosa: il monte Rombon, che con i suoi 2208 metri d’altezza fu la montagna più alta coinvolta nelle battaglie del fronte isontino. Com’è noto, infatti, la cosiddetta guerra di montagna fu tristemente intensa in questi luoghi, perché i monti avevano un valore strategico essenziale. È un argomento che viene trattato in modo assai esaustivo e interessante dalla mostra permanente del Museo di Caporetto, attraverso l’esposizione di un gran numero di reperti e fotografie.

A bassa quota la guerra era crudele e devastante, ma in montagna fu un vero e proprio inferno. Non erano solo i combattimenti a essere terrificanti, ma anche la permanenza sulle vette conquistate, che dovevano essere difese con le unghie e con i denti. Non si moriva solo per i proiettili nemici, ma per il freddo, i crepacci, le frane, i fulmini, le valanghe. In inverno le temperature e le condizioni meteo erano terribili da sopportare, e come se non bastasse trovare acqua in vetta non era semplice.

Fonte: https://www.kobariski-muzej.si/it

E appunto, il Rombon fu una delle vette più ferocemente contese. Questo monte sovrasta la piana di Bovec (Plezzo in italiano), ed era un caposaldo della difesa austro-ungarica. Nell’agosto 1915 le truppe italiane tentarono di scacciare gli austriaci dal Rombon, ma riuscirono a conquistare solo la cima Čukla (1766 metri), anche se gli austriaci riuscirono a riconquistarla con un’azione a sorpresa durante l’inverno, nel febbraio 1916.

Gli italiani tentarono più e più volte di riprendere il Rombon, ma fu sempre impossibile sconfiggere le truppe austro-ungariche, che tra l’altro godevano del vantaggio dell’altezza. Bastava che facessero rotolare in basso dei massi per intralciare pesantemente gli attacchi, e si racconta che una circolare austriaca, nel 1916, raccomandava di preparare tronchi d’albero, pietre e massi in abbondanza da far precipitare addosso alle truppe nemiche.

Fonte: https://www.outdooractive.com/, foto di Darjo Berra, Turizem Dolina Soce

Per tutti la guerra di montagna fu terribile. Molti morirono travolti da valanghe o precipitarono in crepacci profondissimi senza essere mai ritrovati. Sulle pendici del monte Rombon e del monte Čukla si combatté con i cannoni, i fucili, i gas asfissianti, si visse per mesi nelle caverne della montagna, adibite a rifugi e spesso anche a magazzini, e così trascorsero due anni e mezzo, fino a quando le truppe italiane si ritirarono verso la Sella Prevala dopo la rotta di Caporetto.

Il monte Rombon è una delle tappe del Sentiero della Pace, ed è perfetto per chi ama camminare in montagna. Dalla cittadina di Bovec parte un sentiero che conduce attraverso un lungo giro escursionistico con un dislivello di 1800 metri e che passa attraverso i punti nei quali si combatterono le battaglie più importanti. Esistono anche versioni accorciate del giro, e durante la discesa si può anche decidere di passare per il Forte Hermann prima di fare ritorno al punto di partenza.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Domen Grӧgl

Ancora, dalla Fortezza di Kluže (a 532 metri di altezza) si può partire per un giro da 5 ore fino alla cima del Rombon, con un dislivello di 1676 metri. Dalla vetta c’è una meravigliosa vista delle Alpi Giulie, il Mangart, il Jalovec e il celebre monte Triglav sono ben visibili, e non si può proprio fare a meno di pensare alle innumerevoli persone per le quali la stessa montagna fu un incubo terribile, dal quale in molti non fecero mai ritorno. E così, scendendo a valle e poi tornando a casa, non si potrà che dare un valore molto maggiore alla pace che viviamo oggi.

Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.

Naložbo sofinancirata Republika Slovenija in Evropska unija iz Evropskega sklada za regionalni razvoj v okviru Vavčerja za digitalni marketing za projekt spletna stran, spletna trgovina, rezervacijska platforma ter mobilna aplikacija.