Zgodbe iz Slovenije

I misteri del Triglav, la montagna simbolo della Slovenia

26.12.2019
Fonte: www.slovenia.info, foto di Matevž Lenarčič

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

In Slovenia siamo soliti dire che ognuno di noi, per essere davvero sloveno (o slovena), dovrebbe scalare il monte Triglav almeno una volta nella vita. A condizione di essere in buona salute, naturalmente. Per capire come mai questa montagna sia la protagonista di una sorta di rito di passaggio basta darle un’occhiata. Il profilo massiccio e imponente, la cima innevata, spesso celata dalle nuvole, non può che mettere in soggezione.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Jošt Gantar

Guardando il Triglav affiorano i ricordi dei racconti e dei miti più antichi. Quelli in cui le montagne erano la dimora di dèi e spiriti, vie di congiunzione fra gli esseri umani in terra e la divinità in cielo, fonti di beni preziosi come l’acqua, mete di pellegrinaggio e luoghi adibiti a sacri rituali. L’Olimpo, il Sinai, il Fuji, il Kailash, l’Uluṟu… decine di montagne in tutto il mondo sono state considerate sacre per secoli, e talvolta lo sono ancora. E i loro fianchi scoscesi sono lo scenario di innumerevoli leggende.

Il Triglav non è da meno. Con i suoi 2.864 metri d’altezza è la cima più alta della Slovenia, e fino alla proclamazione di indipendenza del 1991 era la più alta di tutta l’ex Jugoslavia. Vi ho già raccontato la leggenda dello Zlatorog, il camoscio dalle corna dorate, guardiano di un tesoro nascosto. Così famoso in Slovenia da essere raffigurato sulle etichette di uno dei marchi di birra più popolari.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Jošt Gantar

La prima scalata del Triglav di cui si abbiano resoconti scritti risale al 1778, anche se la sua altezza fu misurata per la prima volta nel settembre 1808 dal sacerdote e alpinista sloveno Valentin Stanič. D’altra parte Stanič non è l’unico prete da ricordare quando si parla del Triglav. La cima del monte, infatti, è famosa per la Torre Aljaž, una piccola struttura riconosciuta come monumento culturale nazionale.

A progettarla fu appunto il sacerdote e alpinista Jakob Aljaž, che la disegnò con un gessetto sul pavimento della sua stanza nella diocesi di Dovje, vicino a Kranjska Gora. Di portare i materiali in cima al Triglav e di assemblarli, invece, se ne occuparono il suo costruttore Anton Belec e altri quattro uomini. Da allora le sue mura sono state dipinte con i colori della bandiera italiana durante la Prima guerra mondiale, di rosso durante l’appartenenza della Slovenia all’ex Jugoslavia, e infine sono tornate al colore naturale del metallo poco prima dell’indipendenza del Paese.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Matevž Lenarčič

Non è un caso, insomma, se il monte Triglav e la Torre Aljaž sono stati al centro della cerimonia di festeggiamento per la proclamazione dell’indipendenza, nel 1991. Durante la quale un gruppo di alpinisti scalò la montagna ancora innevata per issare la nuovissima bandiera slovena sulla sommità della Torre. Ancora, la Slovenia è uno dei pochi paesi al mondo a raffigurare una montagna nel proprio vessillo nazionale. Il Triglav, naturalmente.

Questa montagna è un vero e proprio simbolo nazionale (infatti compare anche sulle monete da 50 centesimi di euro). E, a dire la verità, lo era anche prima del 1991. Gli appartenenti al Fronte di Liberazione sloveno, il movimento di resistenza nato durante la Seconda guerra mondiale, portavano un cappello molto particolare: il triglavka, un cappello a tre punte pensato proprio per richiamare i tre picchi del Triglav (alias Tricorno, in italiano).

Fonte: www.slovenia.info, foto di Jošt Gantar

In Europa, il Triglav è senza dubbio una delle montagne preferite dagli amanti dell’alpinismo. Anche perché, trovandosi all’interno dell’omonimo Parco nazionale, raggiungerlo è una splendida opportunità per vedere dei tesori naturali davvero magnifici. Esistono diversi percorsi segnalati per raggiungere la vetta, alcuni leggermente più facili ma tutti molto impegnativi.

Le pareti scoscese del Triglav non sono per nulla adatte ai principianti né agli escursionisti dilettanti, e se la montagna in generale va sempre affrontata con grande cautela e attenzione, ciò vale ancora di più per una cima impegnativa come il Triglav. I momenti migliori per scalarla sono l’estate e l’inizio dell’autunno, perché l’assenza della neve rende il percorso leggermente più facile. Ma bisogna sempre prevedere i bruschi cambiamenti metereologici che ci sono in montagna e fare molta attenzione a dotarsi dell’equipaggiamento necessario.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Jošt Gantar

In ogni caso, il modo migliore per salire sul Triglav è farlo insieme a una guida alpina locale. Che saprà spiegare al meglio cosa sia necessario prima di partire, quali abilità siano necessarie, quale sia il grado di difficoltà della salita. Con una guida sarà anche facile capire quale sia l’accesso migliore da scegliere, in quante tappe dividere il viaggio, quale percorso seguire. L’umiltà, con le montagne, è davvero d’obbligo. In fondo, come diceva Goethe, “i monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi”.

Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.

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