di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
Camminando nella Valle dell’Isonzo, sui sentieri tra i boschi e lungo i crinali delle montagne, può risultare difficile immaginare che quegli stessi luoghi siano stati il teatro di uno dei capitoli più sanguinosi e tragici della Prima guerra mondiale. Ossia il fronte isontino, che per i ventinove mesi trascorsi fra il maggio del 1915 e l’ottobre del 1917, vide l’esercito italiano e quello austro-ungarico scontarsi ferocemente.
Così come è difficile immaginare che proprio qui, fra boschi rigogliosi e fiumi impetuosi dalle acque smeraldine, abbia agito l’uomo noto come “Volpe del deserto”, soprannome assegnatogli dopo la campagna del Nordafrica durante la Seconda guerra mondiale. Eppure è proprio così. Quello di Erwin Rommel è un nome che non può che venire in mente spesso agli appassionati di storia, e a tutti coloro che hanno una certa conoscenza del fronte isontino, quando si trovano davanti le montagne che circondano Caporetto.
Questo perché Erwin Rommel fu decisivo nella sconfitta delle truppe italiane, sconfitta che divenne definitiva con la dodicesima battaglia dell’Isonzo, anche nota come la battaglia di Caporetto. La Grande Guerra è uno dei capitoli più tragici e bui della storia dell’umanità, e il ricordo di questa “immane tragedia”, come fu giustamente definita, è essenziale. Non solo per la memoria delle vittime, ma anche come terribile monito per le nuove generazioni.
È proprio questo l’obiettivo del Sentiero per la Pace, il percorso progettato e realizzato dall’omonima Fondazione insieme a numerosi partner, tra cui il Museo di Caporetto e il Museo di Tolmino. 400 chilometri di sentieri che si snodano in Slovenia fra splendidi luoghi che oggi sono perfetti per gli amanti dell’escursionismo, mentre oltre un secolo fa furono testimoni di enormi tragedie e terribili sofferenze.
Lungo il percorso, il Sentiero della Pace permette di visitare numerosi punti di interesse. Trincee, bunker, monumenti, cimiteri militari, musei. E anche una casa in particolare, una vecchia casa di pietra e legno dove Rommel e altri ufficiali trascorsero la seconda notte della battaglia di Caporetto, cominciata nelle primissime ore del 24 ottobre e conclusasi il 12 novembre del 1917.
Si tratta di Casa Brgolic, nel paesino di Jevšček, ad appena una decina di chilometri da Caporetto. Fu qui che, nella notte del 25 ottobre, Rommel studiò le cartine e pianificò la presa del monte Matajur, obiettivo che conseguì la mattina seguente. All’interno di Casa Brgolic è allestita una mostra con foto, documenti e oggetti rinvenuti dal campo di battaglia in cui Rommel e i suoi soldati d’élite agirono in quei giorni.
L’esposizione racconta anche la storia della famiglia e della tenuta Brgolic, il cui proprietario Janez Šekli fu tra i pochissimi del secondo battaglione di montagna dell’esercito austro-ungarico a sopravvivere alla Grande Guerra. La casa fa parte del Sentiero della Pace dal 2018, e durante le commemorazioni per il centenario della Battaglia di caporetto venne apposta una targa all’esterno, in sloveno, italiano, tedesco e inglese, per indicare la notte in cui il militare vi si rifugiò.
Erwin Rommel arrivò sul fronte isontino con le truppe tedesche inviate in aiuto dell’esercito austro-ungarico nel 1917, e fu posto al comando del reparto di punta del battaglione da montagna del Württemberg. Il suo arrivo fu decisivo per le sorti del fronte isontino, per la sua micidiale tattica di infiltrazione delle linee nemiche lungo le montagne approfittando del terrore, dello scompiglio e delle devastazioni prodotte dai devastanti cannoneggiamenti diretti alle forze italiane.
All’interno di Casa Brgolic si vedono mappe, fotografie, una piccola scrivania, pentole, scodelle e altri oggetti di uso quotidiano all’epoca. E, soprattutto, degli elmetti militari rinvenuti sul luogo della battaglia che infuriò sul monte Cragonza il 26 ottobre 1917. Il loro stato lascia immaginare la tragica sorte dei soldati che li indossavano quel giorno. E, come molti altri reperti esposti da altre mostre lungo il Sentiero della Pace (su tutte, quella del Museo di Caporetto) trasmettono un messaggio fondamentale: che la guerra è terribile e devastante per ogni essere vivente che colpisce, e che la pace è un dono da non dare mai e poi mai per scontato.
Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.
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