di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
La storia dell’alpinismo è la storia dell’aspirazione umana, particolarmente forte in alcuni, di misurarsi con sfide a tal punto ardue che vincerle sembra impossibile. Per questo la storia dell’alpinismo è anche una storia dell’umanità. Basti pensare al gigantesco divario, in termini di mezzi, equipaggiamento e tecnologia, che esiste fra le prime, grandi ascese della storia dell’alpinismo, e le imprese degli alpinisti odierni, che tentano prove come l’ascesa del K2 in pieno inverno, quando le temperature possono scendere anche a –60°.
In Europa non abbiamo una delle mitiche quattordici montagne del mondo la cui vetta supera gli 8.000 metri, anche note come “gli Ottomila”. Però abbiamo varie delle cime sulle quali sono stati scritti alcuni capitoli della storia dell’alpinismo. Anzi, in Europa svettano le montagne che hanno dato il via alla storia dell’alpinismo, come suggerisce il nome stesso della disciplina. L’avvento dell’alpinismo, infatti, viene fatto coincidere con la prima ascensione del Monte Bianco (4.810 metri), nell’agosto 1786.
E poi pensiamo ad altre magnifiche cime alpine, dal Großglockner all’Ortles, dal Monte Rosa al Cervino, dal Grandes Jorasses al Bernina. Noi europei siamo fortunati, insomma: se vogliamo trascorrere del tempo fra montagne belle da mozzare il fiato, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. Per noi sloveni la montagna per eccellenza è il monte Triglav, noto in italiano come monte Tricorno. Non a caso è proprio suo il profilo stilizzato della montagna raffigurato sulla bandiera nazionale, e sulla nostra moneta da 50 centesimi di euro.
Alto 2.864 metri, il Triglav non fu una conquista facile per coloro che per primi tentarono di raggiungerne la vetta. Anzi, per avere un’idea di quanto fosse difficile l’impresa, sono eloquenti le parole di Valentin Stanič, che non fu il primo a salire il Tricorno ma fu il primo, nel 1808, a misurarne l’altezza esatta. “La cresta che dobbiamo superare è molto stretta e affilata. […] quando si mette un piede su di essa, si vedono a sinistra e a destra, quasi verticali, orribili abissi. Durante la nostra salita erano per lo più oscurati dalla nebbia, ma ancora più orribile era la loro vista quando improvvisamente il vento spazzava via le nuvole e gli occhi vedevano la profondità fino ai piedi della montagna, e venivano le vertigini”.
Il primo tentativo di raggiungere la vetta del Triglav fu nel 1777. A tentare fu Balthazar Hacquet, un medico e scienziato austriaco di origine francese che insegnò a Lubiana e all’Università di Leopoli. Provò a raggiungere la cima del Triglav accompagnato da una squadra fatta di gente del posto, profondi conoscitori della montagna e anche del suo clima. Purtroppo poterono arrivare solo a quota 2725 metri, dopodiché non poterono continuare a causa delle condizioni meteo: il vento soffiava con raffiche troppo forti per potersi azzardare sulla cresta.
E così, anche se Hacquet ci era arrivato vicino, furono in realtà i “Quattro uomini coraggiosi”, come sono noti in Slovenia, a riuscire nell’impresa della prima ascesa del Triglav. Era il 26 agosto del 1778, e la spedizione era composta da Lovrenc Willomitzer, un chirurgo di Stara Fužina (un paesino affacciato sul lago di Bohinj) che l’anno precedente aveva partecipato al tentativo di Hacquet; Štefan Rožič, un cacciatore; e due minatori, Matevž Kos e Luka Korošec.
L’ascesa richiese tre giorni e la squadra si aprì il cammino trovando il passaggio dal versante sud a quello nordorientale, sul ghiacciaio Zeleni. Da sotto Mali Triglav ebbe bisogno di cinque ore per arrivare alla sella di Kredarica, dopodiché raggiunse la cresta della cima, proprio sotto il punto più alto del Triglav, passando prima sul ghiacciaio e poi sulla roccia. Fu davvero un’impresa, attraverso vie e passaggi completamente diversi da quelli normalmente percorsi oggi. E nonostante le difficoltà e i pericoli, i Quattro uomini coraggiosi riuscirono, dopo aver toccato per primi la vetta del Triglav, a tornare a casa sani e salvi.
Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.
Naložbo sofinancirata Republika Slovenija in Evropska unija iz Evropskega sklada za regionalni razvoj v okviru Vavčerja za digitalni marketing za projekt spletna stran, spletna trgovina, rezervacijska platforma ter mobilna aplikacija.